NON CHIAMATELA CASA DI RIPOSO
La vita è una storia bellissima, un percorso unico, che spesso riserva la necessità di effettuare delle scelte difficoltose, audaci, affascinanti che condizioneranno ogni singolo cammino, avere il coraggio e la possibilità di scegliere come affrontare la fase della senilità in una struttura assistita come una “Comunità Alloggio” è un valore troppo importante che spesso viene confuso con il senso di abbandono da parte della famiglia e dell’anziano, o come una scelta egoistica da parte delle famiglie impegnate tutto il giorno nella loro vita quotidiana. Il lavoro svolto con passione e serietà da parte di tutto il personale alimenta una magia che si manifesta dai primi momenti in cui l’ospite viene accolto con amore; uno sguardo affettuoso, una carezza, una parola dolce rassicurano l’anziano che si sente subito a casa, la sua casa. Il progetto della comunità alloggio per anziani rappresenta una svolta nell’assegnare nuova dignità a persone destinate a passare le giornate da sole rinchiuse in casa, spesso davanti ad un televisore e prive di compagnia, affiancate spesso da badanti che stentano ad allacciare rapporti umani con l’assistito, Secondo una filosofia di vita che da diversi anni vede il nord Europa in prima linea abbracciando la scelta del “vivere condiviso”, dove il sentirsi protetto e proteggere i propri coinquilini, parte della stessa famiglia, ridisegna un ruolo che appartiene ad ogni singolo individuo in quanto essere umano. Tralasciando gli aspetti assistenziali che ovviamente qualificano il lavoro delle comunità, con un supporto psicologico e fisico costante, l’elemento che spesso viene sottovalutato è la potenza del vivere comune capace di accendere di nuovo delle fiamme ormai assopite da una vita trascorsa e sotterrate da stati depressivi tipici della senilità.
Festa di Carnevale Marzo 2019.
Con la cortese partecipazione del Sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti e l’ Assessore alle Politiche Sociali di Tivoli Maria Luisa Cappelli
La comunità, grazie al lavoro svolto dalla terapista occupazionale, dalla psicologa, dal personale professionale e da tutta la direzione , punta a stimolare l’ospite che in pochi giorni mostra un evidente cambiamento di umore, Inizialmente disorientato e restio, divenendo collaborativo e partecipe alla vita quotidiana, ai laboratori didattici, ai giochi, alle discussioni tematiche. Tutto questo è possibile solo grazie alla Legge Regionale che impone per questo tipo di realtà un numero massimo di 20 ospiti da accogliere in strutture residenziali, abbattendo l’impatto di accedere in strutture sanitarie sovraccariche e molto spesso prive dell’umanità di cui necessitano gli anziani.
Gli ospiti della Comunità vivono la fase più avanzata del ciclo biologico, nella quale si manifestano vistosi fenomeni di decadimento fisico e un generale indebolimento dell’organismo, Questo decadimento però è possibile rallentarlo attraverso delle accortezze. Prima di tutto l’anziano, in quanto persona più debole, ha estrema necessità, come il bambino, di sentirsi accolto. Accogliere l’altro significa assicurargli la nostra presenza, fisica e soprattutto psicologica. L’anziano ha bisogno di sapere che c’è qualcuno di sua fiducia che penserà a lui. Ma è altrettanto importante non sostituirsi totalmente a lui altrimenti percepirà sempre di più la sua dipendenza dal prossimo. Occorre stimolarlo nel far meglio ed aiutarlo laddove non arriva più. L’amore è il primo veicolo attraverso il quale si accoglie l’altro. Subito dopo aver instaurato un rapporto di fiducia subentra la capacità del professionista nel trovare i giusti stimoli da proporre, di capire i suoi interessi, ciò che solletica il suo interesse e la sua voglia ancora di fare. Il parlare dei ricordi è sicuramente l’attività preferita ma anche l’ascoltare vecchi brani musicali, il canto, il dipingere, il colorare e tutte le attività manuali in generale.
Le feste sono l’occasione perfetta per proporre un’esplosione di stimoli e di creatività all’ospite. Dalla preparazione degli addobbi alla scelta della disposizione dei tavoli, delle sedie, dall’invito dei parenti e degli amici fino al momento finale della festa vera e propria l’Ospite percepisce l’euforia e la gioia di condividere un momento bello con i suoi cari e soprattutto di aver contribuito alla sua realizzazione. La partecipazione delle famiglie e di tutto il personale che lavora e collabora nella Comunità è fondamentale per consolidare rapporti di fiducia e legami nati all’interno dell’abitazione. Il vedere l’altro socializzare e soprattutto in vesti inusuali rispetto alle solite, stimola l’anziano nella scoperta di nuove possibilità e di crescita personale, impegnandosi nel mostrare al prossimo il meglio di sé perché in fondo tutto si riduce a questo, al sentirsi necessari ed utili agli altri ed in grado sopra ogni cosa di continuare a dare e a ricevere amore.
Dimora Vesta