Tempio Di Vesta / Tempio Della Sibilla

Il tempio di Vesta, spesso confuso con quello della Sibilla,  fu costruito sul finire del II secolo a.C. da Lucio Gellio, in epoca medievale fu trasformato in una chiesa, con il nome di Santa Maria Rotunda. In epoca recente, dopo secoli di incuria e saccheggio, fu ripristinato quanto restava dell’antica struttura; tracce di pitture cristiane sopravvissero all’interno della cella fino all’inizio del XX secolo.Il tempio a pianta circolare è di tipo monoptero, di 14,25 metri di diametro, su un podio in calcestruzzo alto 2,39 metri, cinto in origine da un ordine architettonico in travertino con 18 colonne d’ordine corinzio, finemente intagliate e scanalate. Restano solo 10 colonne sorreggenti una trabeazione il cui fregio è decorato con bucrani e festoni.

All’interno, la cella presenta muri in calcestruzzo[1], trattati ad opus incertum. Se deriva dalla tradizione templare medio-italica l’alto basamento cilindrico rivestito in conci di travertino ad opus quadratum, il soffitto a cassettoni del portico anulare è un ulteriore elemento di evidente derivazione ellenistica. Sul tutto doveva innalzarsi un tipico tetto conico. Il tempio fu riscoperto e studiato da famosi artisti del Rinascimento, come Sebastiano Serlio e l’architetto Andrea Palladio, che ne fecero studi accurati nei loro trattati sull’architettura. Nel 1740 il tempio di Vesta fu riprodotto nelle incisioni di Giovanni Battista Piranesi e nell’800 appare nei quadri di numerosi artisti romantici. Molti edifici neoclassici, riproducono in tutto o in parte lo stile armonioso del tempio di Vesta di Tivoli, come in Inghilterra il “Tivoli Corner” della Bank of England costruita nel 1794-79 da Sir John Soane e il Tempio della Sibilla a Pulawy in Polonia.

Il tempio della Sibilla venne eretto nel II secolo a.C. su una sostruzione artificiale che ampliava il piano dell’acropoli. Tale sostruzione è ancora visibile costeggiando le rovine del tempio per dirigersi verso villa Gregoriana. Orientamento est-ovest. Il tempio era uno pseudoperiptero tetrastilo; delle quattro colonne sul fronte principale se ne conservano due colonne, prive di capitello. Era di ordine corinzio, come testimoniato dall’abaco di una delle semicolonne (in totale 12, 5 lungo i fianchi e 2 nella parte posteriore) addossate alla cella. Il muro di ingresso della cella dal pronao è andato perduto. All’interno del tempio si insediò infatti una chiesa dedicata a san Giorgio, attestata sin dal 978. L’interno era decorato con stucchi e dipinti, andati perduti. Anche i dipinti della chiesa, visibili sino agli inizi del XXI secolo, sono scomparsi.